Le perdite dai tetti dei capannoni industriali possono costituire un grave danno per qualsiasi tipo di azienda. Non si tratta soltanto di subire i danni provocati dalle infiltrazioni d’acqua all’interno del capannone industriale e deputato al lavoro e alla produzione. Infatti le infiltrazioni, potrebbero essere esigue o copiose tanto da poter modificare i tassi di umidità internamente, elemento che per alcune aziende è doveroso tenere sotto controllo. In altri casi addirittura possono danneggiare i prodotti contenuti all’interno del capannone, per non parlare del danneggiamento dei macchinari dovuto all’acqua, questo è in grado di provocare rotture ai mezzi di produzione, malfunzionamenti dovuti alla ruggine e deterioramento dei materiali con cui il macchinario è stato prodotto. L’entità del danno inoltre, se non opportunamente riparata, può rapidamente allargarsi e diventare più difficile da riparare.

La copertura e l’impermeabilizzazione

Il tutto può dipendere dal materiale di costruzione del capannone. Non soltanto a livello edilizia, dal cemento utilizzato e dalla tipologia di tetto presente nell’edificio, ma anche dall’impermeabilizzazione delle coperture e dei tetti e dalla modalità con cui questa viene realizzata.

 Innanzitutto va distinta l’impermeabilizzazione dalla copertura: per copertura infatti si intende l’elemento utilizzato al di sopra del tetto su cui applicare il materiale più idoneo. 

 Quest’ultima deve essere realizzata mediante materiali flessibili e applicata su superfici piane. L’applicazione delle impermeabilizzazioni sulle superfici piane infatti è in grado di saldare una copertura continua che funzioni come una seconda pelle. L’effetto può essere realizzato mediante delle coperture liquide che agiscono come se fossero delle membrane liquide, realizzate con il bitume e le resine epossidiche, poliuretaniche, acriliche e di poliestere.

 Il materiale utilizzato per la loro fabbricazione ne determina la consistenza che, a sua volta, è determinante per stabilire la modalità di applicazione dell’impermeabilizzante: questo può essere applicato mediante l’utilizzo del rullo, del pennello oppure dello spruzzo. 

 Inoltre esistono prodotti metallici per l’impermeabilizzazione di tetti industriali e coperture, realizzati mediante le lastre metalliche che posseggono il giunto drenante, in grado di agganciarsi al manto di copertura 

 Le impermeabilizzazioni con Malta e con Guaina

L’impermeabilizzazione può essere realizzata anche mediante una malta cementizia molto elastica e realizzata grazie all’uso di polimeri sintetici che funzionano come leganti chimici utilizzati nell’edilizia. L’applicazione viene fatta come per tutte le malte, vale a dire con la spatola è l’applicazione di un’armatura in poliestere.

 Inoltre abbiamo le impermeabilizzazioni ottenute grazie ad una guaina bituminosa realizzata mediante il bitume che viene saldata con la fiamma ottenuta mediante il cannello a gas propano.

 Alcune guaine mostrano una flessibilità a freddo che si ottiene mediante l’esposizione ad una temperatura minima alla quale la membrana si flette senza subire fratture. 

 Impermeabilizzazione tetti industriali Eternit è un obbligo da realizzare con i materiali migliori e con validi professionisti data la dannosità dell’eternit che potrebbe creare problemi anche ai lavoratori.

 Esistono diversi tipi di guaine bituminose tra cui possiamo citare quelle:

 Elastomeriche indicate con la sigla SBS, si tratta di guaine lavorabili a basse temperature è in grado di fornire una grande resistenza alle sollecitazioni esterne. Presentano una struttura fortemente elastica che consente di evitare le rotture. La miscela con cui vengono realizzate tuttavia non è in grado di resistere alle alte temperature e ai raggi ultravioletti, per questo motivo non è consigliata nelle zone troppo calde. 

  • Le guaine bituminose elastoplastomeriche indicate con la sigla APP che hanno una buona resistenza ai raggi ultravioletti a differenza delle guaine bituminose elastomeriche, ed anche un’elevata sensibilità termica. Tuttavia, nonostante ciò queste non sono elastiche come le guaine elastomeriche soprattutto in presenza di basse temperature.

 Le impermeabilizzazioni con manti sintetici

 Esistono poi le impermeabilizzazioni realizzate mediante i manti sintetici fabbricati con polimeri come il polietilene ed il polipropilene (PE e PP). 

 Tra le impermeabilizzazioni a manto sintetico esiste anche il polivinilcloruro conosciuto più comunemente con la sua sigla PVC e l’EPDM fissato mediante agganci meccanici oppure mediante la saldatura in colla o ad aria calda superiore a 400 gradi centigradi. 

 Il PVC è il materiale più utilizzato per impermeabilizzare i tetti delle industrie e di capannoni. Si tratta infatti di un prodotto flessibilissimo è facilissimo da lavorare anche se solitamente subisce la corrosione dovuta ad agenti esterni, ad esempio quella del sole. È per questo che il PVC non è consigliato per le impermeabilizzazioni esterne, ma soltanto per quelle interne come l’impermeabilizzazione delle cisterne d’acqua tecnica per l’antincendio. 

 L’EPDM è invece una gomma sintetica progettata per resistere a tutti gli agenti atmosferici ed essere quindi utilizzata per le condizioni più difficili. Questa sua versatilità la rende ideale per l’impermeabilizzazione dei teli di grandi dimensioni e anche per gli esterni.

 

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